Per il 2011, grazie ai soci e alle donazioni varie ricevute (frutto anche di incontri e pranzi o cene di finanziamento) il Club de L'inguaribile voglia di vivere ha finanziato quattro progetti per la sua specialissima fabbrica di sogni per un totale di 9.000 Euro. E naturalmente non si dimentica dei sogni del 2010: anche la prossima estate Patrizia Donati andrà al mare e (chissà...) magari riporteremo anche Severino Rossini a vedere il suo Milan!

Portiamo al mare Gian Piero Steccato

Gian Piero Steccato con la moglieGian Piero Steccato (Piacenza) è "locked-in syndrome" da 11 anni, a causa di un ictus. E' paralizzato, muto, attaccato a un respiratore, alimentato artificialmente e quasi completamente cieco. Da cinque anni ha preso l'abitudine di trascorrere due mesi (maggio e settembre) al mare, in Liguria, a Loano (Savona). Due mesi importantissimi per Gian Piero, che ha la possibilità di uscire tutti i giorni, assaporare il mare, passare giornate tranquille e serene con sua moglie Lucia, i figli e gli amici. Abbiamo deciso di aiutare la famiglia Steccato, pagando loro i due mesi d'affitto della casa di Loano nella quale sono soliti dimorare. E' un appartamento confortevole, ammobiliato, al quarto piano, con ascensore attrezzato, in via Martiri delle Foibe 62. Gian Piero sarà accompagnato a Loano dalla moglie Lucia, dal figlio, da una badante e appena possibile verrà raggiunto anche da figlia e nipotina.
Quindi quest'anno, caro Gian Piero, pensa a goderti le passeggiate nel lungomare, al resto ci pensiamo noi!

Diamo un tetto a Giancarlo Rucci

Giancarlo Rucci ha 37 anni, è malato di SLA dal 2005. Da 5 anni è in tracheo, PEG, tetraplegico, muove solo gli occhi. Vive ad Atessa, in provincia di Chieti, con la madre e il padre, anch'egli malato a causa di una severa forma di artrite reumatoide. La famiglia vive con pochissime risorse economiche. Questa è la segnalazione che ci è stata fatta dall'Aisla, Per aiutare la famiglia Rucci a risolvere i mille problemi economici (hanno il tetto da rifare, ci sono bollette della luce arretrate da pagare), abbiamo deciso insieme all'Aisla di sostenere questa causa.

Aiutiamo Marco Tremolada nella riabilitazione

Marco Tremolada con l'apparecchiatura donata dal Club e insieme a due socie del club: Maria Grazia e CristinaQuesta segnalazione ci era stata fatta da una socia del club di Germignaga (Varese), Maria Grazia Campagnani. A Germignaga, all'inizio di febbraio 2011, Maria Grazia e altri soci hanno organizzato una bellissima cena pro club, pensando proprio a Marco Tremolada, e da quella cena il club ha incassato ben 1.400 euro. In quella giornata ho avuto personalmente occasione, insieme a Maria Grazia e al socio fondatore del club Marco Fabbri, di conoscere Marco Tremolada di cui vi racconto in breve la storia.
Marco è un ragazzo di 28 anni di Luino, paese confinante con Germignaga, in provincia di Varese. Un anno e mezzo fa circa, due giorni prima della data stabilita per il suo matrimonio, ha subito un gravissimo incidente stradale che, dopo mesi e mesi di ospedale, lo vede ora privo dell’uso delle gambe e del braccio destro e costretto quindi su di una sedia a rotelle. Ora, il suo maggior desiderio è ritornare ad una vita normale, compatibilmente con la sua condizione fisica. Alcuni suoi amici si sono “dati da fare” ed hanno creato un sito internet che racconta la sua vicenda e dà la possibilità, a chi vuole, di dare un aiuto concreto (http://www.marcotremolada.com/), oltre ad altre iniziative per raccogliere fondi. Lo scopo iniziale era quello di poter acquistare un'auto speciale, per lui predisposta, che gli consentisse di tornare a lavorare nella confinante Svizzera. Per questo progetto, grazie anche agli amici e alle assicurazioni, la cifra è già stata per fortuna raggiunta. Marco ha però bisogno di fare continua riabilitazione (dovrà essere sottoposto anche a nuovi interventi chirurgici al braccio) e c'è un'apparecchiatura che già da subito gli serve come il pane, ma i tempi per poterla avere (forse) tramite l'Ausl sono lunghissimi. L'apparecchiatura si chiama 'Statica' e consente all’utilizzatore di assumere e mantenere la postura eretta: questo è molto importante per disabili impossibilitati a camminare, obbligati su di una sedia a rotelle, in quanto la verticalizzazione quotidiana permette di mantenere una buona circolazione sanguigna, stimola il processo metabolico delle ossa (previene l'osteoporosi), evita l'accorciamento muscolare, favorisce la digestione. Con il modello in questione la verticalizzazione avviene elettricamente mediante motore alimentato da batterie ricaricabili e con un comando a pulsantiera, permettendo a chi lo utilizza di essere trasferito in ambienti interni con l’assistenza di altra persona. Sono presenti diverse regolazioni ed accessori per adattare l'uso dell'apparecchio alle caratteristiche del soggetto (altezza, forze disponibili, grado di disabilità ecc.) e per garantire sicurezza e comfort.

Assistiamo Sebastiano Marrone e sua moglie Marie

Sebastiano Marrone e la sua famigliaSebastiano Marrone è un malato di Sla di Castel di Lama (Ascoli), già da anni completamente paralizzato, muto e tracheotomizzato. La sua famiglia, negli ultimi tempi, ha avuto numerosi problemi. L'Aisla contribuisce già, pagando un'assistenza infermieristica a Marrone, ma nel nostro piccolo - per un mese o due - possiamo alleggerire la fatica di Marie, la moglie di Sebastiano - che praticamente non esce mai di casa per stare vicina al marito - pagandogli una badante, almeno per alcune ore della giornata.

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severino1_webSeverino Rossini abita a Legnano, in Lombardia. E' un insegnante di educazione fisica e istruttore di nuoto che alcuni anni fa ha incontrato un nemico micidiale: la Sla. Ora il professor Rossini vive come prigioniero nel suo corpo, ma grazie alla sua "inguaribile voglia di vivere" e all'amore dei familiari e degli amici, riesce a dare un significato alla sua esistenza. Aveva espresso un desiderio tempo fa, comunicato attraverso il computer che utilizza: «Quanto mi piacerebbe assistere a una partita del Milan».
Detto e fatto. I nostri "soci-detective" di Cassano Magnago del Club L'inguaribile voglia di vivere, venuti a conoscenza di questo sogno di Severino, hanno proposto: "Perché non gli diamo una mano a realizzarlo?".
Severino insieme a Rino GattusoE così, insieme all'AISLA, ci siamo mossi: Stefania Bastianello ha contattato il Milan e, grazie anche al fondamentale contributo di un nostro socio fondatore - l'on. Antonio Palmieri -, è arrivata la fumata bianca. Anzi, bianchissima! Perché il Milan ha aperto le porte di casa sua a Severino Rossini, consentendogli di trascorrere alcune ore nel ritiro di Milanello. Tutto questo è successo giovedì 25 novembre.
Il professor Rossini ha seguito parte dell'allenamento della squadra rossonera e ha potuto incontrare anche alcuni giocatori.
Cordiale, intenso e caloroso l'incontro con Gennaro Gattuso. «E' stata una bella giornata - ci ha detto poi la moglie di Severino, la signora Carla - mio marito è stato felice e sereno».
Forza Severino e grazie per il tuo esempio!

E adesso: avanti con il prossimo sogno!

Scarica l'articolo apparso su IL GIORNO del 26/11/2010

Severino insieme a Rino Gattuso
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Obiettivo centrato. Grazie al Carlino, grazie al Rotary Club Valle del Rubicone, ma grazie anche al nostro club L'inguaribile voglia di vivere. Patrizia Donati (nostra socia onoraria) è una disabile forlivese paralizzata e muta da quasi 20 anni, ospite della Casa della Carità di Bertinoro, che da tanto tempo aveva un sogno: trascorrere un'estate al mare. Quest'anno ce l'abbiamo fatta. Il Club L'inguaribile voglia di vivere ha sensibilizzato molti ambienti, la scorsa primavera. Il Carlino, grazie a un articolo del presidente del nostro club, Massimo Pandolfi, ha lanciato la proposta-appello di Patrizia che il Rotary Club Valle del Rubicone ha colto al volo, anche perché due anni fa aveva già conosciuto la storia di Patrizia attraverso il racconto di Pandolfi, ospite del Rotary per presentare il suo libro L'inguaribile voglia di vivere.
Il Rotary ha finanziato l'operazione e, nei mesi di luglio e agosto, Patrizia è stata al mare, a Villa Salus di Viserbella di Rimini. Giovedì 8 ottobre, per festeggiare la 'missione compiuta', ci siamo trovati a Casa Artusi, a Forlimpopoli, nel corso di una cena conviviale con tutti i soci del Rotary. E Patrizia ha fatto leggere a sua figlia Erica una bellissima lettera con la quale la nostra socia onoraria ha raccontato la sua estate al mare.

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Patrizia Donati con i figli Erica e Thomas, Maria Giovanna Giorgetti, presidente del Rotary club del Rubicone, e Massimo Pandolfi, presidente del club L'inguaribile voglia di vivere e caporedattore de Il resto del Carlino.

La lettera di Patrizia

Patrizia in spiaggiaHo tante cose da raccontare sull’estate che ho trascorso al mare, a Villa Salus, una struttura che si trova a Viserbella di Rimini, e ringrazio il Rotary club Valle del Rubicone, il Resto del Carlino e il Club L’inguaribile voglia di vivere: è per merito loro se nei mesi di luglio e agosto ho realizzato un mio desiderio, quello cioè di poter trascorrere un periodo al mare.
Ho fatto amicizia con tante persone e tutti mi hanno voluto bene; ho trascorso con loro giorni in ottima compagnia e mi sono divertita molto, perché insieme abbiamo riso tanto. Vicinissima alla struttura c’era la spiaggia e io ci andavo con le mie assistenti quando mi era possibile. Ho ammirato per ben due volte la bellezza dei fuochi d’artificio sull’acqua; dalle cinque del pomeriggio c’era musica in spiaggia e tante persone di ogni età ballavano. Era molto divertente stare a guardare.
Nella mia stanza c’erano quattro letti e accanto a me c’era una bella signora di nome Filomena; la chiamavamo ‘la capo sala’ oppure ‘il boss’, perché andava a controllare se tutto andava bene nelle camere di tutti. Che risate facevamo! Lei, come suo ricordo, mi ha regalato una bellissima bambolina che ho messo vicino alla mia televisione e mi diceva che il mio desiderio di tornare il prossimo anno a Villa Salus si potrebbe avverare. Speriamo.
La mattina, subito dopo avermi alzata dal letto, si andava sul terrazzo a fare colazione, e questo mi piaceva tanto, perché potevo ammirare il sole sorgere. Desideravo vederlo da tanti anni!
In genere alle sei del mattino mi davano le medicine, alle sette le infermiere facevano i bagni in una barella e altri preparavano i pazienti che avevano terapia alle otto. Io venivo alzata alle otto e mezzo, dopo facevo colazione e si facevano le dieci; alle undici avevo la terapia, a mezzogiorno c’era il pranzo e all’una e mezzo andavo a riposare fino alle quattro. Alle cinque arrivava la mia assistente e andavamo in terrazzo fino alle sei, l’ora della cena. Dopo cena si andava in giardino fino alle nove e così la mia giornata terminava.
Vi chiederete: quando andavo al mare? Mi spiego: ci andavo nei pomeriggi quando potevano venire a trovarmi mia sorella o delle amiche e alla domenica con la mia assistente Paola. Durante le giornate non avevo molto tempo per scrivere al computer, cosa che per me è fondamentale per dialogare.
Ho visto anche cose buffe: un giorno alle nove e mezzo del mattino due persone di mezza età erano in acqua in atteggiamenti amorosi; anche coppie di giovani si sbaciucchiavano in mezzo alla gente e una coppia, a metà sera, aveva steso due materassini in riva al mare... E io mi chiedevo: ma non si vergognano? Evidentemente no...
Quando c’è stato un grande temporale estivo, io, dalla vetrata, ammiravo la bellezza del mare, che cambiava colore, e le nuvole grigie e minacciose che venivano sbattute qua e là dal vento.
Era bello guardare e... sognare!

Patrizia

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